24/04/14

RADIOHEAD - "All I need"

La canzone di cui tratterà oggi la rubrica “Storia Della Musica” è dei Radiohead

         Non è tra le più famose della band, però rende alla perfezione l’ideologia che sta alla base della creatura di Thom Yorke. Anzitutto per l’album in cui si colloca: “In Rainbows”, del 2007. E’ il settimo per i Radiohead.
I ragazzi pacatamente influenzati dal grunge che si fecero conoscere nel 1993 con l’album “Pablo Honey” sono molto lontani e al tempo stesso non sono mai andati a nessuna parte. In fin dei conti l’atmosfera malinconica, di dolce sottomissione nei confronti della persona amata, di rassegnazione disperata, che si respira in “All I need” non è poi molto dissimile da quella di “Creep”. In entrambi i casi le strofe scorrono mestamente, mentre vi è una sterzata esplosiva sul finale, uno stacco liberatorio, che sa di purezza, che sa di anima che sfugge via alle convenzioni e alle controversie del mondo. Proprio nel “contrasto stridente tra il testo più appassionato e a volte francamente angosciante del disco e una parte musicale tra le più incantevoli e serene” [¹]  che prende vita “All I need”. Tutto è claustrofobico, il testo ermetico si presta ad interpretazioni diverse a seconda dello stato d’animo di chi ascolta. Ed è questo il potere evocativo che suscitano soltanto le grandi musiche, quelle che non sono mai statiche nella mente dell’ascoltatore. In “All I need è impossibile non immergersi nel pulsare silente di quell’amore non ricambiato, frustrante e quasi inquietante di cui Thom sembra cantare nelle prime strofe, grazie a delle metafore dal sentore ambiguo. Nella prima strofa abbiamo  quella del prossimo atto che aspetta dietro le quinte e “delle giornate che tu decidi di ignorare”, dopodiché si susseguono solo metafore che hanno a che fare con animali. E così ecco che il protagonista diventa “un animale chiuso nella tua macchina rovente” e mi chiedo quale immagine possa essere più dolorante e angosciosa di questa. Dunque, nella seconda strofa, Yorke si butta sul mondo degli insetti e diviene “una falena che vuole soltanto condividere la tua luce” e infine “un insetto che tenta solamente di sopravvivere alla notte”. 


         Nonostante il sentimento non ricambiato e la sua instabile irrequietezza sembrano alla base del brano, il testo potrebbe essere aperto ad un’interpretazione di carattere socio-politico, con la solita amarezza e il nichilismo tecnologico di stampo occidentale che hanno da sempre contraddistinto i Radiohead, a maggior ragione da “Ok Computer” in poi. Quindi l’idea di attesa infinita che scorre durante tutto il tempo in “All I need” potrebbe essere trasfigurazione dell’attesa intima e mortale cui tutti siamo sottoposti oppure, seguendo l’idea di una valenza politica, la violenza psicologica che siamo costretti a sopportare celatamente o mal celatamente, aggrappandoci comunque a un modello di società poco felice. Ad avvalorare questa tesi il fatto che il gruppo abbia concesso  l’utilizzo della traccia come colonna sonora per un video realizzato da MTV per la propria campagna EXIT intesa a concentrare l’attenzione su problematiche come la schiavitù infantile, i lavori forzati e lo sfruttamento della prostituzione [²].
         Se loro [MTV] riescono a far riflettere la gente in termini di profitti realizzati in Occidente a causa dello sfruttamento del lavoro, tanto di guadagnato”, in questo modo si pronunciò Yorke al tempo.



                                  (24/04/14)

[¹][²]fonte: Doheny, James "Radiohead. La storia e le canzoni", 2012



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