21/08/15

NATHALIE, vita da cantautrice rock (INTERVISTA)

      

Ho pubblicato l'articolo "Nathalie, vita da cantautrice rock" anche su "Il Giornale OFF" a questo link: click.



    La voce leggermente rauca, la risatina sommessa che sa di imbarazzo e di umiltà. Nathalie Giannitrapani, cantautrice italo-belga classe 79, si presenta così, immersa in una tenera ma mai molle modestia. E’ una cantautrice rock contemporanea. Difficile in un mondo in cui il termine “cantautore” richiama alla mente qualcosa di sorpassato.
Il cantautorato oggi è poco riconosciuto. Non è vero che si è estinto, cantautori e cantautrici esistono anche oggi” –spiega- “fa parte della mia natura, non potrei fare diversamente! Però non disprezzo neanche l’elettronica, mi piace utilizzarla quando è possibile conferirle un tocco di calore”. 
Come nel brano “L’Essenza”, contenuto nel suo secondo album, “Anima Di Vento”, in cui ha collaborato con Franco Battiato, uno dei suoi punti cardine in Italia, insieme a De André, Battisti e De Gregori. “Ho avuto il piacere di aprire i concerti di Battiato ed ero rimasta affascinata da quell’atmosfera, da quel micro mondo; è in quel periodo che nasce “L’essenza”. Mi sono presa di coraggio e gli ho fatto ascoltare alcuni pezzi su cui stavo lavorando: è stato gentilissimo ma senza peli sulla lingua”. Una scelta vincente perché “L’Essenza” è stato insignito del Premio Lunezia per il suo valore musical-letterario proprio un paio di settimane fa. ”. Alcuni tra gli artisti insigniti del premio durante gli anni sono stati Fabrizio De Andrè, Mango, Lucio Dalla, PFM, Samuele Bersani, Carmen Consoli, Niccolò Fabi, Antonella Ruggiero, e altri ancora. Comprensibile quindi la felicità della cantautrice, che vede nell’assegnazione del premio una ratifica del valore del proprio pezzo, a cui è molto legata.

      Oltre ai grandi cantautori italiani del passato, le influenze di Nathalie affondano anche in Francia (Jacques Brel vi dice niente?), nel cantautorato rock femminile (Tori Amos, P.J.Harvey) ma anche nel rock nudo e crudo. Meglio se con le radici negli anni ‘90. Gruppi come Pearl Jam, Radiohead e Skunk Anansie. E anche queste influenze sono ravvisabili nei suoi pezzi e sono probabilmente queste sfumature a rendere i suoi brani così moderni e attuali. Ma ci tiene a segnalare anche i nomi di alcuni suoi colleghi, come Barbara Eramo, Diana Tejera e Awa Ly, con un entusiasmo sincero e contagioso che è impossibile non apprezzare, anche perché ben distante dal collaborazionismo opportunistico e accentratore da teatrino televisivo. 


     

     Nathalie è una che pone molta attenzione alle parole e ascoltando con attenzione i testi delle sue canzoni è possibile riconoscere questa scrupolosità: in essi le parole sembrano quasi sciogliersi una dietro l’altra, raccontando emozioni più che storie, percezioni, piccoli brandelli di intimità. “Quando scelgo le parole, devono avere una forza che deriva non solo dal significato ma anche dal suono”. Una scelta poeticissima. “Anche la sonorità della parola deve avere un senso, e come essa lavora insieme alla melodia”. Una simbiosi tra le due parti che porta ad una visione totalizzante della canzone. E se le chiedo due lavori musicali che hanno cambiato il suo modo di porsi, e nei confronti della musica e nei confronti della vita stessa, ne sceglie uno italiano, “Pensieri e Parole” di Battisti, e uno straniero, “Foreigner” di Cat Stevens, che ama molto. E tutto il discorso appena fatto appare perfettamente coerente con queste scelte! Mi piace chiedere quale siano il primo e l’ultimo album acquistato da un artista, credo che se ne possano dedurre parecchie cose circa il suo percorso. Nathalie scartabella tra i ricordi, poi tira fuori “Out of Time” degli R.E.M., sempre per tornare al discorso del rock anni ’90. Sull’ultimo acquisto, invece, non ci sono dubbi: un grande classico intramontabile, “The Wall” dei Pink Floyd, in formato vinile. Tutti modelli in cui le parole rivestono un ruolo prezioso. 

       La cantautrice ha alle spalle la vittoria a X-Factor e una partecipazione a Sanremo, eppure è una cantautrice di nicchia. Com’è possibile? “Ho fatto una scelta. Sapevo che magari non avrei raggiunto un certo tipo di pubblico, ma mi va bene così. Non si tratta di snobismo però”. Piuttosto si tratta di consapevolezza e rispetto per la propria passione. E il proprio lavoro.


(21/08/15)




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